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The Andrè

Verranno a chiederti il mio nome

di Valentina Ecca
10.01.2020

Il duetto con Achille Lauro,
qualche minaccia su
Internet e la sfiga di non 
essere riconosciuto:
The Andrè e la sua trap d'autore

Tempo di lettura 6”

 

Ma questo è un genio!”: probabilmente una delle frasi più pronunciate negli ultimi anni guardando contenuti su Internet. C’è da dire che riferita a The Andrè può avere il suo senso. Lui è quello che ha deciso di mescolare i testi della trap alla melodia della canzone d’autore: tutto con la stessa identica voce di Fabrizio De Andrè, arrangiamenti acustici credibili e la totale assenza di un volto a cui collegare il progetto.

Era un completo sconosciuto fino a che, nel 2018, pubblicò un video su YouTube dove cantava Habibi di Ghali in versione De Andrè: un milione e passa di visualizzazioni, pubblico in delirio, gente che non capiva se voleva prendere in giro Ghali o De Andrè, ma che condivideva il pezzo. L’effetto di non capire che cosa si sta ascoltando è la chiave vincente che porta The Andrè a diventare un fenomeno del web.

Lo abbiamo incontrato dopo la prima serata italiana di Live Magazine per farci raccontare del primo album, di come sia riuscito a far diventare lo stile di Fabrizio De Andrè una specie di filtro Instagram da mettere su tutte le canzoni e per chiedergli se la gente del suo progetto ci ha capito qualcosa. Spoiler, non ci ha capito molto neanche lui.

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