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Musica

Come ti divento la next big thing

di Vittoria Brandoni

19.05.2023

Il jazz, il violoncello, Lugano, l'hip-hop old
school e il debutto con Globo. Ele A racconta
la voglia di non bruciare le tappe, i sogni e 
le
ambizioni della nuova promessa del rap italiano.

Tempo di lettura 10'

Il rap game è una strada rampicante e senza scorciatoie. Puoi provare a buttarci sopra dei soldi e aspettare che germoglino, appellarti a ogni label e ogni santo, ma la scena non è pay to win e non è nemmeno GTA: non c’è trucco che tenga. Ele A ha solo 20 anni, ma tutto questo l’ha capito prim’ancora di tuffarsi nella vasca degli squali. La rapper ticinese entra in scena a testa bassa e senza maschera, concentrata e incorruttibile. Le sue armi non sono i soldi, il flexing, né tantomeno uno snippet di 15 secondi da spammare nella speranza che si trasformi in un trend virale. Ci sono semplicemente lei, MC nata e cresciuta a Lugano, il suo compatriota e producer Disse e un EP di debutto, Globo, che in 6 pezzi dice tutto quello che c’è da sapere sulla prossima big thing del panorama rap italiano.

Non ho mai detto niente a nessuno, l’ho semplicemente fatto.

Ele A

Incontro Ele A il giorno del mio compleanno e si complimenta sorridente del bel traguardo. Faccio lo stesso con lei, che non festeggia un altro giro intorno al sole, bensì un primo EP forte abbastanza da far svenire ogni hip-hop head nel raggio di mille chilometri. Globo esce senza promo sfarzose, trend virali o visual a budget milionario. La rapper di Lugano punta tutte le fiches sulle sue rime, va all-in sopra ai beat creati a quattro mani con il collega Disse. La ricompensa è un progetto indistruttibile, come il Nokia3310 che Ele stringe tra le mani nel video della title track come promemoria che le sue basi sono solide e perdurano.

Globo sorregge il peso nostalgico dei decenni a cui si ispira raccontando la storia moderna e inedita di una rapper che non viene dallo sfarzo né dalla malavita, le cui metriche trasudano dedizione e attitudine.

La sua città natale, Lugano, non si può di certo dire culla di una brulicante scena hip-hop ormai da molti anni. Ele descrive i luoghi che l’hanno cresciuta come un paradiso che filtra e protegge dal mondo fuori, lasciandole una patina di irrealtà addosso. Allo stesso tempo, Ele si rifugia nella sua Lugano per scrivere, dipingendola al di fuori degli stereotipi che ci si appiccicano, la vede attraverso un filtro bluastro da indie film dove i protagonisti sono lei, la famiglia, il quartiere, la cerchia ristretta di amici e un mondo all’agguato di cui non riesce a fidarsi.

  • Cappello, felpa e shorts Lacoste

“Qui non vedi le sparatorie
Ma la vita ripresa come in testa avessi una Panasonic
Non guardo le vetrine le cifre da capogiro
E so che dovere essere simili è un male condiviso”

Non ho mai detto niente a nessuno, l’ho semplicemente fatto.Facts over feelings, Ele è sempre stata di poche parole al di fuori dei beat. Come si spiega a dei genitori svizzeri influenzati dal pregiudizio sociale verso l’hip hop che loro figlia vuole diventare una rapper?

I miei all'inizio erano super scettici, anche per colpa dei media che hanno fatto veramente tanto terrorismo psicologico, evidenziavano quei casi peggiori dicendo ecco, questa è la musica che fa drogare i ragazzini. Loro, chiaramente, avendo quei canali di informazione, avevano un'idea di tutto il movimento Hip Hop molto distorta. Il fatto che mio fratello avesse iniziato ad ascoltare la trap fu un vero dramma. Ora si sono abituati.” Di recente ha ricevuto i props di big e idoli personali come Madame e Lovegang126, ma combatte ancora con una stroncante sindrome dell’impostore. “Ti giuro, ogni volta che mi chiedono cosa faccio, mi fa ridere dire che faccio la rapper, cioè mi sembra un po’ un meme.

È ironico, perchè nonostante la formazione classica e gli anni passati al violoncello, il pull gravitazionale di Ele verso l’hip-hop inizia molto presto. Scopre Fabri Fibra come tanti altri zoomer: con Tranne Te a reti unificate in radio. Ai tempi era ancora alle elementari, ma non è più tornata indietro. Dentro di lei ancora bruciano i due fuochi di ciò che le è stato insegnato a casa (la musica jazz e la scuola classica, assieme allo studio dello strumento) e quello che invece ha scoperto esplorando a ritroso la storia dell’hip-hop, tornando indietro fino ai grandi classici degli anni ‘90. La stessa The World is Yours di Nas compare come campionamento assieme a tanti altri riferimenti stilistici, dalla garage UK al jazz/neo soul di Mac Miller.

  • Cappello, pantaloni e scarpe VANS, giacca Lacoste  

Prima di accettare le cose ci ho sempre pensato bene. E per ora, non sta andando neanche troppo male.

Ele A

Così nasce Globo, un progetto in cui la lente rétro è uno strumento ben sfruttato, un registro estetico e sonoro ricercato con rispetto e cura, e non una gimmick. Nel portare a termine un compito così difficile dal basso c’è di mezzo lo zampino di Disse, produttore e compaesano assieme a cui Globo è stato ideato come vero e proprio joint EP.

Io e Disse siamo praticamente uguali, ascoltiamo la stessa identica musica ed è assurdo, perché ci conosciamo da poco più di un anno.” I due hanno in comune persino lo stesso artista preferito, il pluri talentuoso artista svizzero rap/RnB Varnish La Piscine. Entrambi ascoltatori voraci e impavidi sperimentatori, in futuro si vedono a sperimentare con la bossa nova, le sonorità del Brasile, così come la musica da film alla Piero Piccioni. “Nel senso, non è che siamo amici dai tempi d'oro, non possiamo dire di essere cresciuti assieme. Siamo però cresciuti in contesti simili, quindi siamo molto simili: anche lui ha ereditato una radice jazz da suo padre. Per questo è molto facile produrre insieme. Siamo in studio, magari io gli dico, c'è questo giro di accordi che mi piace un sacco. Lui poi va ad aggiungere un'altra cosa e diciamo che il punto a favore è che proprio che ci piacciono le stesse cose,  non ci troverai mai a dire che merda o no sta roba toglila, quindi è una fortuna esserci trovati.

Per Ele, muovendosi all’interno dell’industria e comprendendo presto che la truffa per chi è giovane e pieno di sogni è dietro l’angolo, i legami genuini sono il bene più prezioso. “Non ce l’ho con le label”, afferma riferendosi al testo di Record Deals, un minuto di dissing feroce ad i contratti discografici che promettono un biglietto di sola andata per la fama, ma finiscono ad essere la rovina di molti colleghi. “Ce l’ho con le label scam, quelle che puntano sull'ignoranza dei ragazzini,  gente di 18 anni o meno. Ho avuto un sacco di amici che sono stati truffati, che hanno dovuto addirittura pagare per stare in un’etichetta.” Elabora su un caso reale e recente di una parcella mensile da 70 euro per rimanere nel roaster di una label truffaldina. Prima regola per capire se una casa discografica è legittima? Non ti chiederà soldi.

Consiglierei a tutti, prima di interfacciarsi con realtà di questo tipo, di informarsi il più possibile. Prima di firmare, almeno leggere tutto il contratto: non si capirà un cazzo, perché hanno sempre linguaggi criptici, per dire una roba facilissima usano mille abbellimenti inutili, ma si possono facilmente ricercare informazioni chiare anche su YouTube.” Il motto principale di Ele per quanto riguarda il suo percorso artistico e lavorativo si ispira ad una citazione di un’altra donna smart nel mondo dell’hip-hop italiano. “Una volta volta Paola Zukar disse che la carriera si costruisce sui “no”, e questa linea guida mi ha fatto rimanere calma. Prima di accettare le cose ci ho sempre pensato bene. E alla fine, per ora, non sta andando neanche troppo male.

Ele A ora vive a Milano, si sta ancora ambientando alla vita frenetica e spietata fuori dalla sua bolla, e sta per intraprendere un tour estivo con prima data il 26 Maggio. Ciò che la spaventa di più in assoluto è performare dentro un club vuoto, ma un piccolo tour europeo è anche ciò che la attrae di più al mondo: più dello stardom, più delle classifiche e più dei grandi palchi. “Spesso le carriere più durature e più intoccabili sono quelle che hanno una base solida, dal suonare per anni in posti scrausissimi all'avere a che fare con background pesanti, insomma, fare tutte le esperienze che nessuno vorrebbe fare. Se hai fatto quelle esperienze puoi buttarti su quelle dove ti esponi di più: è più facile avere una corazza di esperienza. E quindi io vorrei veramente fare il percorso completo, senza saltare gli step.

Un sentimento inusuale in un panorama come l’hip-hop, in cui bruciare le tappe e passare in una notte dalla propria cameretta alle top charts è il fine ultimo per evitare la gavetta e passare diretti alla fama.

Ele è un’artista timeless, più lungimirante e sognatrice di quanto i suoi vent’anni diano a vedere. Dalla sua parte il fascino vecchia scuola di un telefonino compatto e la voglia di spaccare che solo una ragazza in un mare di uomini e di squali sa sfoderare.

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